lunedì 7 ottobre 2013

San Maurizio al Monastero Maggiore

S. Maurizio, interno. Foto di Paola Borro

In Corso Magenta 15, dietro una facciata in pietra di Ornavasso che chiunque sarebbe tentato di ignorare, si cela uno dei gioielli più preziosi di Milano. Si tratta di San Maurizio al Monastero Maggiore, una chiesa che riesce a raccogliere nella sua navata unica tutta la ricchezza e il gusto del Cinquecento lombardo.
Non lasciatevi ingannare dalla  facciata anonima ed entrate! Vi troverete immersi in un piccolo paradiso di luci, colori e ori; non c’è un solo angolo che non sia riccamente affrescato, persino le cornici del loggiato sono decorate a colori vivaci, e tutto contribuisce a una scenografia magnifica.


La costruzione della chiesa attuale, sui resti di una più antica(1), inizia nel 1503. Quello di San Maurizio era
S. Apollonia, parete divisoria.
uno dei monasteri femminili più prestigiosi di Milano, tra i cognomi che le monache abbandonarono per prendere i voti si contano quelli di importantissime famiglie milanesi; e quando si decise di realizzare la nuova chiesa l’intenzione di celebrare il fasto dell’aristocrazia cittadina risultò evidente. Stiamo parlando dell’aristocrazia lombarda, nota per le ostentazioni di sfarzo. Roberto Longhi nel descriverla sottolinea che: “nell’ordinare affreschi per le sale dei castelli la preoccupazione del committente è che si veda bene che
la Sua Signoria mangia in oro(2). Rende l’idea. Aggiungiamo che Milano agli inizi del Cinquecento è tra le città culturalmente più avanzate d’Europa, vivacissima artisticamente,  e la sua classe dirigente ama manifestare il proprio prestigio attraverso la modernità e bellezza delle opere rinascimentali.
Il risultato è eccezionale. Una sfarzosità leggera, allegra, nelle decorazioni delicate eppure coloratissime, nella vivacità degli affreschi che si susseguono a narrare le proprie storie, nell’incanto dei visi di scuola leonardesca. Su tutto piove in una luce scenografica, proveniente dai rosoni e dalle finestre del loggiato, che dà risalto ai volumi e rende la scena meravigliosamente luminosa e viva. Davvero uno spettacolo da non perdere!
S. Maurizio, particolare. Foto di Paola Borro
Il progetto architettonico è attribuito a GianGiacomo Dolcebuono. La chiesa verrà inaugurata nel secondo decennio del Cinquecento, ma nella sua sofisticata cornice si susseguono tre cicli pittorici che coprono il secolo quasi per intero (l’Adorazione dei Magi verrà inserita sull’altare maggiore dopo il 1578).  Tra questi spicca il secondo ciclo, commissionato da Alessandro Bentivoglio a Bernardo Luini (il più noto tra i “leonardeschi”(3))  quando la figlia entrò nel monastero. Sono della mano di Luini, tra le altre, le decorazioni del tramezzo sia dalla parte dei fedeli che da quella delle monache.
San Maurizio infatti è divisa in due: la chiesa dei fedeli che occupa quattro campate e quella delle monache che ne occupa sei. Trovate il passaggio tra le due aree alla sinistra dell’altare: voi potete attraversarlo liberamente; alle monache invece questo non era assolutamente consentito (almeno fino al 1794). Erano monache di clausura, ascoltavano la messa e l’accompagnavano col coro, ma ben separate dai fedeli. È proprio par facilitare l’acustica tra le due aree che la parete divisoria non arriva fino al soffitto; le due finestrelle che si aprono ai lati dell’altare servivano alle monache per assistere all’esposizione dell’eucarestia e prendere la comunione senza doversi mostrare.
Nella parte a loro riservata troverete l’Organo Antegnati, realizzato per le suore da Gian Giacomo Antegnati nel 1557. Un’opera bellissima, ma anche più bello è sentirlo suonare. Si può: a San Maurizio vengono organizzati periodicamente concerti d’organo, a cui è possibile assistere previa prenotazione.

Curiosità e leggende

Una leggenda narra che il viso di santa Caterina, dipinta da Luini mentre sta per essere decapitata, sia
Decapitazione di S. Caterina
quello 
di Bianca Maria Scappardone: la bellissima “mantide di Challant”. Bianca Maria, contessa di Challant, venne decapitata nel Rovellino del castello Sforzesco nel 1526. La colpa era di essere mandante dell’omicidio di un suo ex-amante, Ardizzino Valperga, avvenuto per mano dell’amante più recente, Pietro Cadorna. La vicenda è abbastanza intricata, basti dire che la contessa aveva già tentato di convincere un terzo amante, Roberto Sanseverino, ad uccidere Ardizzino; per sua sfortuna i due erano cari amici e Roberto rifiutò il piano. Quando Pietro Cadorna venne preso confessò l’omicidio e accusò Bianca Maria di averlo istigato. La contessa venne decapitata e la sua testa fu esposta nella chiesa di San Francesco, dove si dice che sembrasse viva. Si narra infine che furono proprio le sue fattezze quelle che Bernardo Luini diede a santa Caterina nella scena della decapitazione. Potrete ammirare il dipinto nella terza cappella a destra (nella parte dei fedeli).
Aggiornamento del 7/4/14
Se qualcuno fosse interessato a saperne di più sulla vicenda di Bianca Maria Scappardone e del suo ritratto suggerisco questo articolo su storiadimilano.it, in particolare la terza pagina.
L'articolo utilizza il nome Gaspardone anziché Scappardone. I cognomi spesso subiscono distorsioni nel tempo, spero quindi che siano corretti entrambi.

Dove e quando
San Maurizio al Monastero Maggiore
Corso Magenta 15
Dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 17.30
Ingresso libero

Note
(1) il complesso del monastero è antichissimo, di età carolingia, e ingloba due torri di epoca tardo romana: una poligonale che originariamente faceva parte delle mura cittadine; l’altra che apparteneva al circo ed è stata riutilizzata come campanile del monastero. Al momento nel monastero è collocato il Museo Archeologico di Milano, il quale è ovviamente visitabile (il biglietto per il museo costa 2€, la chiesa invece è a ingresso libero).
(2) citazione ripresa da pag. 13 di questo saggio sul ritratto pittorico.
(3) quando nella tua città vive e lavora Leonardo da Vinci succede che diventi un modello e faccia scuola. Per parecchi anni i pittori milanesi dipinsero confrontandosi con lui e Luini in questo si distingue per bravura (tanto che Mengs scambiò una sua Maddalena per un’opera di Leonardo).

Fonti
Sulla chiesa di S. Maurizio:
La storia dell’arte vol. 9 – Il Rinascimento, ed. Electa, La biblioteca di Repubblica;
brochure informativa di San Maurizio, i cui contenuti sono riportati sul sito medioevolombardo;
sito turismo.milano.it;
sito lombardiabeniculturali.it;
sito del museo archeologico.
Sulla storia di Bianca Maria Scappardone:
Guida ai misteri e segreti di Milano, Mario Spagnol Giovenale Santi, Sugar Editore 1967;
Sito milano.corriere.it.


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11 commenti:

  1. Ben venuta tra i blogger!
    So già che il tuo farà la differenza. Brava brava brava!

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    1. Grazieee!!! Davvero troppo generoso, ma ti adoro per questo!

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  2. Complimenti e buon lavoro! L'idea mi piace un sacco!

    Edo

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    1. Grazie Edo!!!
      Spero il blog si mantenga all'altezza delle aspettative!

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  3. Cara,
    se passi da me scopri che ti ho fatto un po' di pubblicità in fondo all'ultimo post.
    Baci Leo

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  4. Bellissimo blog. Complimenti. E' proprio una grande idea. Grazie per il post.
    Io seguo sempre i consigli del mio amico Leo.
    A presto Zaira.

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    1. Grazie Mariella! Sei gentilissima!
      E un grazie speciale a Leo!

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    2. E grazie a voi mie care! Voi non lo sapete ma secondo me vi state giá simpatiche.
      Baci Leo

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  5. Sai che mi intriga moltissimo l'aspetto leggendario. :)

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    1. Grazie! Siamo perfettamente in linea, infatti pensavo di mantenere il capitolo "curiosità e leggende" in ogni post. è incredibile quante ce ne siano!

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