mercoledì 29 luglio 2015

Il Conservatorio "G. Verdi" di Milano

Conservatorio, interno. Foto offerta dal Conservatorio

Entrando nel Conservatorio ci si sente subito immersi in un ambiente permeato dalla musica. Letteralmente: attraversando il chiostro, salendo le scale, passando per i corridoi; non c’è un momento in cui non si venga accompagnati ora dagli ottoni, ora dal canto, ora dagli archi o da altri strumenti. In effetti è questa la prima immagine che si associa al Conservatorio di Milano: quella di un centro di formazione musicale tra i più prestigiosi d’Europa. Tuttavia, per chi (come me) è amante della musica ma negato nella sua esecuzione, il Conservatorio è soprattutto un teatro; lo spazio dove assistere a opere e concerti di alto livello, spesso gratuitamente. Senza dimenticare il fascino di un luogo che ha attraversato più di duecento anni di storia, vissuti non come spettatore passivo ma come centro di cultura e di fermento artistico.
(Questo articolo è originariamente uscito sul numero 27 della rivista Ematos)

lunedì 9 giugno 2014

Rivista Ematos e i can de la bissa

Nell'ultimo periodo attività intense e diversi impegni mi hanno tenuta lontana dalle pagine di questo blog. Attendo con ansia la seconda metà di luglio, quando potrò tornare a pubblicare con più costanza! Intanto la rivista Ematos (periodico di informazione e divulgazione medica dell'associazione malattie del sangue) ha chiesto di pubblicare l'articolo su piazza Missori nella sua rubrica "Tesori Nascosti".
Ho però dovuto inserire un nuovo paragrafo (per rispettare il numero minimo di caratteri, a essere sinceri); e si è aggiunta così la storia dei cinquemila cani di Barnabò Visconti, quelli per cui è nato l'insulto milanese Can de la bissa.
Trovate l'articolo, adesso aggiornato, nel blog sotto Piazza Missori;
mentre il numero 25 di Ematos, su cui è uscito l'articolo, sul sito di malattiedelsangue.
Grazie a tutti!

domenica 23 marzo 2014

San Bernardino alle Ossa

Ossario di San Bernardino, foto di Francesco Mazzocchi

Nel cuore di Milano, sconosciuto ai più, si cela uno dei luoghi più sorprendenti (e inquietanti) che la città conservi. Lo troverete in piazza santo Stefano: non nella chiesa più grande, che si fa subito notare e dà il nome alla piazza; ma in quella più piccola, un po’ discosta sulla sinistra, dal singolare nome di San Bernardino alle Ossa. È questa seconda chiesa che andremo a esplorare, e più precisamente il suo ossario. Cosa lo renda tanto particolare potete già intuirlo dalla foto, perché le decorazioni delle pareti sono esattamente ciò che sembrano: teschi ed ossa umane.

martedì 24 dicembre 2013

Storia di Natale: le origini del Panettone

Panettone
(non uno a caso ma quello che mangerò stasera a casa di mia madre)
In questo periodo sono stata un pò presa e la mia dedizione al blog ne ha risentito. Si tratta però solo di un rallentamento temporaneo, c'è più di un articolo tra le bozze che aspetta con impazienza di essere terminato. Intanto vi offro un racconto molto natalizio, che per una volta non narra un luogo ma un dolce: il Panettone!
Esistono diverse leggende sulla nascita di questo famosissimo dolce milanese. Le due più note hanno come sfondo la corte di Lodovico il Moro nel tempo in cui, assieme a personaggi del calibro di Leonardo e Bramante, calpestava le vie cittadine un uomo di nome Toni.

mercoledì 27 novembre 2013

Sant'Eustorgio: di Re Magi, Inquisizione e catacombe

Sant'Eustorgio, interno. foto di Paola Borro
Sant’Eustorgio è una chiesa antichissima, la sua storia si intreccia con la leggenda e le sue origini si perdono nei miti della prima cristianità. Appartiene al mito quella reliquia che attira molti e stupisce gli altri: la tomba dei Re Magi, custodita nella basilica. Poi la storia prosegue, parla di domenicani e martiri, di Inquisizione e roghi. Sant’Eustorgio più che una chiesa è un racconto, e voglio provare a narrarvelo.

domenica 17 novembre 2013

Cappella Portinari

Cappella Portinari, foto di Francesco Mazzocchi

Sant'Eustorgio è una chiesa ricca di storia e di leggende; se questo non bastasse al suo interno nasconde un capolavoro dell'arte rinascimentale: la cappella Portinari. Per il momento parleremo solo di quest'ultima, tutto il resto (e c'è molto) preferisco affrontarlo più avanti. Dopotutto la cappella Portinari merita un articolo tutto per sé.

giovedì 7 novembre 2013

Sant'Alessandro in Zebedia

Sant'Alessandro, facciata. Foto di Paola Borro
Sono sempre stata affascinata dai luoghi capaci di narrare la propria epoca, la mentalità e gli scopi di chi li ha costruiti. A Milano non sono molti; ovunque gli edifici scompaiono o si modificano nei secoli, e la nostra è una città nota per essere in continua evoluzione. Tuttavia esistono: spazi che, se non proprio cristallizzati nel tempo, restano comunque capaci di rievocare il mondo che li ha ideati. Lo fanno non per sfumature ma in maniera chiara, vivida; tanto che basta una semplice visita per sentirsi proiettati, in qualche modo, in un'altra epoca. Uno di questi luoghi è la chiesa di sant’Alessandro in Zebedia. Dimenticate le luci e i colori che abbiamo incontrato parlando di san Maurizio, il tempo che questa chiesa racconta è ben diverso: sant’Alessandro è insieme luogo e manifesto, un manifesto della Controriforma.