domenica 17 novembre 2013

Cappella Portinari

Cappella Portinari, foto di Francesco Mazzocchi

Sant'Eustorgio è una chiesa ricca di storia e di leggende; se questo non bastasse al suo interno nasconde un capolavoro dell'arte rinascimentale: la cappella Portinari. Per il momento parleremo solo di quest'ultima, tutto il resto (e c'è molto) preferisco affrontarlo più avanti. Dopotutto la cappella Portinari merita un articolo tutto per sé.



Siamo nel 1462 quando iniziano i lavori per la cappella(1); il gusto del primo Rinascimento sta penetrando anche nel ducato di Milano e Francesco, primo duca della dinastia Sforza, ha chiamato in città due grandi artisti: Antonio Averlino, detto il Filarete, e Vincenzo Foppa. È a quest’ultimo che viene affidata la cappella Portinari, finanziata da Pigello Portinari per incorniciare l’arca di san Pietro Martire (e anche come proprio saccello funerario).
"miracolo del piede risanato", "martirio di san Pietro Martire"
foto di Paola Borro
Foppa fa di questo luogo un manifesto del primo Rinascimento. Le soluzioni prospettiche sono per l’epoca ardite: nei due lunettoni che raccontano la vita del santo ogni coppia di scene è unificata dal punto di fuga comune; in quelli della Vergine si crea un innovativo sottoinsù(2) ponendo il punto di fuga fuori dal dipinto, a circa tre metri e mezzo dal pavimento. Le atmosfere sono luminose e delicate, ed è evidente la ricerca di naturalezza tipica del Quattrocento.
foto di Paola Borro
Una curiosità: nel lunettone a destra appare una Madonna con bambino; nulla di straordinario in questo, tranne il fatto che sfoggiano entrambi un bel paio di corna demoniache. La leggenda narra che il diavolo, per ingannare Pietro, gli si presentò con l’aspetto della Vergine. Pare però che il Satana medioevale non brillasse per astuzia: dimenticò infatti di occultare corna e coda. Ovviamente il santo capì subito il tranello e lo scaccio con un’ostia consacrata. Al di là delle leggende, questa resta indubbiamente una delle immagini più insolite che vi capiterà di incontrare in un luogo sacro.
Arca di san Pietro Martire
foto di Paola Borro
L’Arca che si impone al centro della stanza è invece più antica: un capolavoro riconosciuto dell’arte gotica. Venne realizzata tra il 1335 e il 1339 da Giovanni di Balduccio per accogliere le spoglie di Pietro da Verona (canonizzato come san Pietro Martire). Ricchissima di decorazioni, in marmo di Carrara, si caratterizza per l’altissima qualità delle singole parti (le colonne(3), il sarcofago(4), il tabernacolo(5) in cima) e per l’armonia dell’insieme. È sicuramente uno degli esempi più affascinanti della scultura italiana del Trecento. All’interno giace il corpo (senza testa) di Pietro da Verona, patrono dell’Inquisizione. È il santo raffigurato con una roncola (o un grosso coltello) piantata nella testa. Inquisitore domenicano, nato in una famiglia di catari e poi convertito, Pietro da Verona dedicò la sua vita ad estirpare l’eresia; in particolare quella catara. Proprio da due catari venne ucciso nel 1252 mentre attraversava a piedi la boscaglia di Farga (tra Milano e Como), l’anno dopo era già stato canonizzato. Inutile dire che fu ucciso con un colpo di roncola alla testa.

Curiosità e leggende
Martirio di san Pietro,
foto di Paola Borro
Oltre alla curiosa immagine della Madonna cornuta, esiste una leggenda riguardo alla testa di Pietro da Verona. Pare che quando l'arca venne ultimata si rivelò troppo piccola per contenere il corpo del santo. L'arcivescovo di allora, Giovanni Visconti, decise quindi fargli staccare la testa; la conservò come reliquia separata e la portò a casa sua. Sembra che da quel giorno venne tormentato da terribili emicranie, che cassarono solo quando si decise a riportare la reliquia nella basilica. La testa è tutt'oggi conservata a sant'Eustorgio, in un'urna di cristallo, argento e oro. Da allora san Pietro Martire, oltre che patrono dell'Inquisizione, è stato assunto nella tradizione popolare a protettore dal mal di testa. Il 29 aprile, che è la sua festa, si usava picchiare il capo contro l'arca per preservarsi da questo male tutto l'anno; si diceva appunto "andà a pestà el cò in sant'Ustorg" (andare a picchiare la testa in sant'Eustorgio). Strofinare un panno sull'urna e avvolgerlo intorno al capo farebbe passare l'emicrania.

Aggiornamento del 28 novembre 2013
L'articolo sulla basilica di sant'Eustorgio, all'interno della quale si trova la cappella, è stato fatto e lo trovate qui.

Dove e quando
La cappella Portinari fa parte del museo di sant'Eustorgio a cui si accede o dalla basilica stessa o dal portone alla sua sinistra (piazza san'Eustorgio 3).
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00.
Prezzi(6): il biglietto per il museo costa 6€; ridotto per studenti e over 60.
(potete consultare le riduzioni sul loro sito)

Note
(1) termineranno nel 1468.
(2) sottoinsù: scorcio prospettico usato dai disegnatori e dai pittori per rappresentare una figura, un oggetto osservato dal basso, in prospettiva verticale e non orizzontale. (DizionarioItaliano Hoepli
(3) gli otto pilastri che reggono il sarcofago sono decorati da altrettante statue. Sul fronte trovate le personificazioni delle quattro virtù cardinali (da sinistra: la Giustizia; la Temperanza; la Fortezza; e la Prudenza); sul retro le tre virtù teologali (la Speranza; la Fede; la Carità) più l’Obbedienza.
(4) la cassa sepolcrale è ornata con affollatissimi rilievi che narrano la vita e la canonizzazione del santo.
(5) il tabernacolo è in forma di loggia a tre cuspidi che ospita una Madonna in trono col Bambino affiancata dai santi Domenico e Pietro Martire.
(6) i prezzi si intendono aggiornati alla data di pubblicazione del post.

Fonti
La Storia dell’Arte vol. 5 – Il Gotico”, ed. Electa – La Biblioteca di Repubblica, 2006;
La Storia dell’Arte vol. 6 – Il Quattrocento”, ed. Electa – La Biblioteca di Repubblica, 2006;
Volantino illustrativo sulla cappella Portinari
sito Treccani.it voce: Pietro daVerona;
sito wikipedia.org voce: Petro da Verona;
"101 cose da fare a Milano almeno una volta nella vita", Micol Arianna Beltrami, Newton Compton Editori, 2009;
sito vivimilano.

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